Ugo La Pietra sapeva sognare il futuro

#Funchitecture
ENTP (Extraversion, Intuition, Thinking, Perception), è l' acronimo che indica uno dei sedici tipi di personalità del Myers-Briggs Type Indicator (MBTI), soprannominati i visionari, gli inventori ,gli esploratori della realtà, i seminatori di nuovi punti di vista. Sicuramente uno di essi è Ugo La Pietra: architetto, designer, saggista, insegnante, videomaker. Ma a lui piace definirsi "operatore estetico col compito di disequilibrare"


Nato nel 1938 in un paesino della provincia di Pescara, cresce e lavora a Milano. Nel 2016 riceve il Compasso d'oro alla carriera per i suoi 50 anni di attività. E' stato l'autore di alcune delle più importanti mostre in Italia e all’estero, oltre ad aver curato diverse esposizioni alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca, etc. Gli anni '60 sono gli anni del jazz, del "Bar Giamaica", del gruppo Cenobio e la ricerca segnica, del Design Radicale e della Global Tools
Ma adesso lasciamoci incuriosire da alcune sue opere:

"Le immersioni" , 1968-72


Progetto nato dal "Sistema disequilibrante", composto di otto contenitori che simulano alcuni elementi naturali e per la prima volta il fruitore viene isolato in essi. I contenitori sono: Immersione nell'acqua, Immersione nel vento, Immersione nella luce, Immersione nel suono, Immersioni nel suono e nella luce, Immersione una boccata di ossigeno, Immersione uovouomosfera, la nuova prospettiva.  


La Pietra li descrive come: “ un invito ad un comportamento di uscita dalla realtà per ritrovare una sorta di privacy che è separazione e strumento di verifica delle possibilità di intervento attraverso elementi di rottura che spostino i termini codificati dalla tradizione"
Sintesi di questa esperienza è la boutique "Altre cose" e la discoteca "Bang Bang", prima discoteca milanese, progettate con  Jacober e Rizzatto: per la prima volta due tipologie commerciali, una che vive di giorno e l’altra di notte, si sono trovate a poter funzionare contemporaneamente. Luci che si accendevano con un battito di mani, pareti fatte di lastre di metacrilato puntinate ed abiti esposti in cilindri di plastica sul soffitto che il cliente poteva vedere da vicino premendo un tasto: un bel esempio di rottura degli schemi e  di nuovi modi di percepire lo spazio.


"Il Videocomunicatore" mostra "Italy: The New Domestic Landscape" al Moma di New York,1972


Scrivere un messaggio, oppure fare un video da inviare al mondo intero, negli anni '70 era una cosa che al massimo si poteva leggere nei libri di fantascienza di Isaac Asimov. Ma La Pietra presentò al Moma una macchina per registrare messaggi all'interno di una cabina da inviare a schermi montanti all'esterno, per poter mandare messaggi dal privato al pubblico. Purtroppo il progetto non fu compreso e scivolò nell'oblio.

"Il Commutatore: modello di comprensione" , 1968-1975


Un oggetto dalla forma semplice: due assi di legno assemblati in modo da formare un angolo regolabile. L'utente si stende lungo una delle facce inclinate per vedere il mondo da un altro punto di vista. Spostando il nostro baricentro, il corpo si appropria non solo di nuove visuali, ma anche di nuove percezioni corporee. Per La Pietra appropriarsi di nuovi punti di vista significa prendere coscienza di se e quindi emanciparsi dalle configurazioni spaziali prestabilite, solo così l'uomo può aspirare alla riappropriazione dello spazio urbano. 
Nel cortometraggio "Per oggi basta!" filma  la sua esperienza con "Il Commutatore".

"Riconversione Progettuale : attrezzature urbane per la collettività" , 1979


La Pietra  fotografata, nella città di Milano, 57 attrezzature urbane, familiari a tutti, che ci ricordano ogni giorno i vincoli, gli ostacoli, le separazioni ed il degrado delle nostre città. Poi le ri-progetta stravolgendone la loro destinazione: da strutture di servizio della città a strutture di servizio per lo spazio domestico, seguendo il suo principio, espresso in molte sue opere, " Abitare è essere ovunque a casa propria".

"La Casa Telematica", Fiera di Milano , 1982 con Gianfranco Bettetini e Aldo Grasso


In tempi in cui la domotica era un effetto speciale di film come "Ritorno al futuro", La Pietra allestisce una mostra il cui scopo è esplorare ed ipotizzare i cambiamenti del rito dell'abitare al crescere della tecnologia. Il letto matrimoniale diventa oggetto extrafunzionale perché ci si sta insieme e ci si separa per leggere o vedere la televisione. Il bagno diventa il " luogo di decompressione". Le stanze e gli arredi in esse sono orientate verso la TV. Le poltroncine non sono più messe in cerchio intorno ad un tavolo per il tè, ma sono il fila e contengono una TV sul retro. 
Nel 1982 La Pietra non poteva sapere che le poltrone in fila e con la tv nello schienale  sarebbero state un must per aerei, bus e treni.

Saggista instancabile, anticipò le riflessioni sugli orti urbani in "Il giardino delle delizie. Spettacolarità e concettualità nei progetti di orti e parchi urbani a Milano, Bologna, Roma e Palermo", per poi restituire una sua visione del giardino all'italiana. Fece lo stesso con "Design Balneare". Difficile riassumere 50 anni di riflessioni, arte, design, architettura, cinema, semplice curiosità, scienza e fantascienza. 
Possiamo solo dire grazie ad Ugo La Pietra perché ci ispira e ci insegna la capacità di vedere da quanti più punti di vista è possibile, la capacità di essere eretici e disequilibrati, liberi di sperimentare, di immaginare e  di rompere le regole. Chi è libero è artefice del suo destino perché non è schiavo dei riti dell'abitudine e del "fare meccanico". Non sappiamo se ciò basta alla felicità o all'auto realizzazione, ma un punto di vista alla volta lo scopriremo.


Per i più curiosi alcuni link :


"Per Oggi Basta!"


"La casa Telematica"


"Il Videocomunicatore"


Cinzia Candela