Psicoarchitetto: dimmi dove abiti e ti dirò chi sei
#Funchitecture
L'immagine che abbiamo della psicoanalisi è quella di un signore barbuto con sigaro annesso che annota su un taccuino ciò che dice il paziente disteso sulla famosissima chaise-longue di Le Corbusier in preda ad un flusso di coscienza.
Ma, come proprio la psicoanalisi insegna, questa è solo la
punta dell'iceberg, infatti la psicoanalisi ha bisogno di un setting, ovvero un ambiente fisico e mentale all'interno del quale ha luogo la relazione
analitica. Il setting fisico ha degli
elementi tipici quali il lettino, gli spazi di passaggio, gli arrendi, i
libri, che disposti in maniera non casuale fungono da "matrice
funzionale" che media la costruzione della relazione professionale fra
paziente e terapeuta, rendendola clinicamente efficace. Per questo
progettare la stanza dell'analisi è un
pò come progettare una chiesa, un luogo di ascolto interiore dove si svolgerà
un rito e dove il suscitare emozioni
deve essere il parametro fondamentale della configurazione degli spazi.
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Ricostruzione dello studio di Sigmund Freud |
Per poter indurre il paziente al senso di
viaggio interiore, bisogna creare un percorso per arrivare alla chaise-longue,
che, con la sua posizione curva quasi raggomitolata, rimanda un pò alla
posizione fetale a cui si associa protezione e fusione con l'altro. L'arredo
dovrebbe essere un misto di pezzi di antiquariato e di design accostati senza
seguire uno stile particolare, per favorire il processo di associazione
libera e per simboleggiare
l'accostamento di passato e presente senza particolare giudizio. I libri devono
essere tanti a tal punto da dare l'idea di confusione e disposti in ordine
casuale per non focalizzare l'attenzione su un libro specifico e per creare
l'idea di stanza dedita al raccoglimento ed all'introspezione. Il libro è il
simbolo per eccellenza dell'esperienza e l'accumularsi dei libri simboleggia
l'accumularsi delle nostre esperienze di vita che noi disporremo sullo scaffale
a seconda dell'impatto che hanno avuto nella nostra vita.
Giuseppe Ferrari nel suo "Architettura
e psicoanalisi. Percorsi e riflessioni sugli spazi della mente", ci
fornisce numerosi spunti di riflessioni
e strumenti di analisi sul connubio tra architettura e psicoanalisi. Ci
invita a tornare a casa , guardarci intorno e cercare di farci raccontare dai
nostri spazi chi siamo e quali sono i nostri desideri. Carl Gustav Jung è stato uno dei maggiori
psichiatri, psicoanalisti ed antropologi del XX secolo, nonché teorico dell'
inconscio collettivo. Ferrari partendo proprio da questo concetto e dagli
archetipi junghiani identifica alcuni modelli di casa collegabili
direttamente a questi profili. In quale
di questi profili rivedo la mia casa?
La casa dell'Innocente
L'innocente è la parte di noi che crede nella vita, è
l'entusiasmo con cui cominciamo una relazione, un viaggio, un lavoro. E'
associabile al periodo infantile quando accogliamo ogni situazione con stupore,
meraviglia e purezza. L'Innocente arrederà la sua casa con tanti colori, spesso
forti, senza il timore di osare. Essendo un estroverso che ama la compagnia
farà del soggiorno la sua stanza principale e sceglierà un divano accogliente
dove poter scambiare idee e sentimenti con i suoi ospiti. Prediligerà materiali
ed oggetti morbidi e caldi, sceglierà con cura tappeti, cuscini e coperte.
Preferirà spazi aperti ed oggetti in vista, saranno i suoi ricordi a
dare l'idea di un posto disordinato. L'innocente ama abitare in open space,
ambienti aperti, spaziosi e luminosi in cui i mobili non prevalgono.
La casa dell'Orfano
E' l'idealista deluso, è l'adolescente che supera
l'abbandono e cerca di sviluppare l'autonomia ed il senso pratico, è la parte
di noi che si rimbocca le maniche quando dobbiamo ricominciare. L'Orfano
arrederà la sua casa con pochi oggetti di valore ordinati con cura, in
particolare oggetti di design semplici e puliti. La stanza più importante è lo
studio dove ama esibire manufatti, attestati e titoli che testimoniano il suo
impegno. E' un introverso che organizzerà casa sua in maniera pratica ed
efficiente, che aspira alla chiarezza fisica e mentale. Amante della vita
all'aperto avrà una casa con un orto, un giardino o almeno un balcone.
La casa del Viandante
E' un viaggiatore fisico o mentale, è "colui che ha abbandonato la sua dimora per diventare
errante". E' la parte di noi che ci spinge ad uscire dalle nostre prigioni, dalle tradizioni alla scoperta della
nostra identità autentica. E' movimento, cambiamento, trasformazione,
miglioramento. Vi sono due livelli di Viandante, il primo è perfezionista ed ambizioso
che farà della sua casa un tempio di ordine, pulizia e perfezione, con
tendenze alla superbia ed all'ossessione. Queste sono le case in cui ci
sentiamo a disagio, in cui la perfezione della disposizione degli oggetti ci
invita a non toccare nulla. Il secondo è più maturo è alla ricerca della
verità, della saggezza, per cui continuerà ad avere una casa fresca, pulita ed
ordinata, ma non percepiremo più l'aria di "museo della perfezione".
Si ritaglierà un luogo per pensare ed astrarsi, una poltrona vicino la
finestra, una panca vicino al camino, spargerà i suoi oggetti rari e ricercati
in tutta la casa.
La casa del Guerriero
Il guerriero è la parte di noi che ci spinge
all'affermazione di sé, al raggiungimento degli obbiettivi ed alla conquista.
Essendo un rigido che rifugge i sentimenti a scapito dell'ambizione, vorrà una
casa introversa ed imponente, prediligerà mobili pensanti e manufatti, colonne
e scale enormi. Predilige le forme quadrate e le stanze dalla funzione
definita. Preferirà vivere in centro storico ed ad un piano alto, comprerà il
meglio della tecnologia. Ama la contrapposizione antico moderno, ad esempio edificio
storico, arredo moderno, edificio moderno, arredo antico, in entrambi i casi
cercherà di inquadrare l'arredo in uno stile predefinito.
La casa del Mago
Il mago è la nostra parte saggia che ha imparato che la
chiave dell'esistenza è il cambiamento ed ha smesso di vivere secondo il
binomio io-mondo esterno, si sente parte integrante di questo. Accetta il mondo, con la sua bellezza e la sua sofferenza, non lotta contro un nemico e non
nega la sofferenza. E' un estroverso, comunicatore a cui piace stare al centro
dell'attenzione, individualista e non conformista. La sua casa sarà un continuo
evolvere e mutare, per questo sceglierà sempre arredi leggeri, modulari e facili
da spostare, creerà lui stesso oggetti ed
opere d'arte, amante del riciclo, del faidate e dei suppellettili.
La casa del Folle
E' la nostra base istintuale, la nostra natura indomita ed
amorale, è l'Es. E' il desiderio di apprendere tramite l'esperienze, è la voglia
di fare tutto e provare tutto senza intellettualismi. La casa del folle sarà
eccessiva e creativa, troveremo cucine che sembrano uscite da "2001
Odissea nello spazio ", forme spigolose e materiali high tech, poltrone
che sembrano fiori, orologi molli e tutto ciò che ispira e confonde. Più che
una casa vuole una galleria d'arte privata, indipendentemente dalla sua
disponibilità economica.
Cinzia Candela