César Manrique: l'uomo che nasceva dalle rocce
#Funchitecture
Per genius loci, oggi sinteticamente, s’intendono le
caratteristiche proprie di un luogo, ma per i romani si trattava di uno spirito, un genio, ovvero un entità che proteggeva i luoghi ed ogni qualvolta che si doveva
intervenire per modificarli si ricorreva
all'invocazione: “Che tu sia dio o dea,
a te che è sacro questo bosco etc, etc”. Ad osservare le opere di César
Manrique possiamo dire che questo poliedrico architetto, artista, urbanista, designer, illustratore, pittore, sia stato non solo catturato dal genius loci di Lanzarote, ma vi sia stata una vera e propria possessione "ge-moniaca".
Nato nel 1919 ad Arrecife, capitale di Lanzarote, dopo aver frequentato l'Accademia delle Belle
Arti di Madrid, vissuto in varie capitali fra cui Parigi e New York, e collaborato con artisti
come Fautrier e Dubuffet, Rothko,
Pollock, Warhol e Rauschenberg, nel 1968 ritorna definitivamente nella sua
bella isola, dove morirà nel 1992 in un incidente stradale.
Il poeta Rafael Alberti , definendolo come pastore di venti e
vulcani, gli dedicò splendidi versi.
“Torno a incontrare il mio azzurro, il mio azzurro e il vento, il mio splendore, la luce indistruttibile, che ho sempre sognato per la mia vita. Qui stanno i miei suoni, le mie musiche lasciate, le mie prime parole bagnate dalla spuma...”
César Manrique tornò a Lanzarote per trasformare la sua bella isola nella sua opera d’arte, perché la “pittura è geologia e vulcanologia”. Ecologista convinto, impedì che i cartelloni pubblicitari deturpassero l’isola, riuscendo a far applicare il concetto di turismo ecosostenibile.
Alcune fra le sue più incredibili opere :
“Torno a incontrare il mio azzurro, il mio azzurro e il vento, il mio splendore, la luce indistruttibile, che ho sempre sognato per la mia vita. Qui stanno i miei suoni, le mie musiche lasciate, le mie prime parole bagnate dalla spuma...”
César Manrique tornò a Lanzarote per trasformare la sua bella isola nella sua opera d’arte, perché la “pittura è geologia e vulcanologia”. Ecologista convinto, impedì che i cartelloni pubblicitari deturpassero l’isola, riuscendo a far applicare il concetto di turismo ecosostenibile.
Alcune fra le sue più incredibili opere :
Juguete del viento, giocattoli per il vento, sculture
mobili
A Lanzarote il paesaggio è sempre stato caratterizzato dalla
presenza dei mulini a vento ma con la modernità stavano per scomparire, così Manrique riempì il loro vuoto con i suoi “giocattoli per il vento”, ovvero strutture
pesanti in ferro composte da sfere,
cerchi e piramidi che grazie all’azione
del vento diventano eteree, senza peso.
Jameos Del Agua and Casa de los Volcanoes, (1966)
Taro de Tahìche (Capanna del pastore Tahiche)

L’interno e l’esterno hanno confini labili che generano
effetti forti e suggestivi, come la lava che entra dalla finestra, la palma che buca il soffitto del soggiorno,
le "gerie", ovvero muretti circolari che proteggono le piante dai
forti venti.
Potremo dilungarci ancora ed ancora su questo geniale artista, ma quali parole potrebbero sostituire l'emozioni di essere su quella splendida isola a giocare col vento, a meditare nel suo giardino zen di cactus, a fondere la nostra anima con gli strati di roccia millenaria?
Cinzia Candela
Cinzia Candela