Milano contemporanea tra arte e design: Pamela Rosenkranz alla Fondazione Prada
Nei giorni che inaugurano la Milano Art Week e la Miart, Fiera Internazionale d’Arte Moderna e
Contemporanea, e che precedono l’ormai noto anche al grande pubblico Salone del Mobile ’17 e la Design Week, abbiamo fatto visita ad uno
dei centri più importanti per l’ arte contemporanea della città meneghina: la Fondazione
Prada.
La fondazione Prada viene inaugurata
nel 2015 in una zona a Sud della città, grazie al progetto di sostanziale
riqualificazione di un’ ex distilleria di gin risalente ai primi anni dieci del Novecento alle porte di Milano dell’architetto olandese
Rem Koolhaas; il progetto, infatti, comprende non solo la riqualificazione di
ben sette edifici già esistenti, facenti parte del complesso originario, ma anche la creazione di tre nuovi spazi
architettonici (Podium, Cinema, e Torre, quest’ultima ancora in fase di costruzione).
“La
Fondazione non è un progetto di conservazione e non è una nuova architettura.
Due condizioni che qui si confrontano l’una con l’altra in uno stato di
interazione permanente…” spiega l’architetto che vede nella complessità del
progetto l’opportunità di creare uno scenario culturale aperto ed in costante
evoluzione.
In uno degli edifici già
esistenti, appartenenti cioè al ex complesso industriale della distilleria, ossia
la Cisterna, Pamela Rosenkranz ha inscenato la sua opera “Infection”,
secondo capitolo del percorso di installazioni Slight Agitation che ha già visto l’opera di Tobias Putrih e vedrà poi Laura
Lima e Gelitin, il collettivo
austriaco attivo dal 1993, come autori delle future installazioni.
Nelle sue opere l’artista
svizzera esplora il rapporto che esiste tra la chimica e l’essere umano, l’influsso
dei processi chimici e biologici sulla natura umana e sulla sua cultura al fine
di arrivare ad un nuovo inquadramento della condizione umana nell’ era della
globalizzazione. Attraverso svariati materiali e linguaggi: perspex, lattice,
acqua minerale, i mobili di IKEA, pigmenti in forma liquida, l’artista rielabora
la posizione di assoluta sudditanza dell’uomo nei confronti di un futuro
dominato da una natura chimicamente alterata e in relazione quindi alla
tecnologia e alla nostra condizione naturale di esseri viventi. Con Our Product, opera esposta alla 56°
Biennale di Venezia, i visitatori si trovavano di fronte ad una vasca in cui bolliva un viscoso liquido rosa, colore dell’incarnato usato nell’industria
cosmetica dei paesi nordeuropei o colore dei nudi dei dipinti rinascimentali. L’influenza
del colore è perciò fondamentale per l’artista che studia i processi fisici e
biologici umani che accadono a livello cerebrale.
In Infection, il visitatore è portato ad assistere ad un’enorme
montagna di sabbia, impregnata dall’odore di feromoni di gatto di sintesi
che, per un determinato processo biologico, scatenerebbero reazioni di
repulsione o di attrazione a seconda del soggetto. I punti di osservazioni sono
due: dal basso della cisterna, dove la sabbia fuoriesce e sconfina in una
struttura adiacente, o dall’alto, punto di vista privilegiato per venire in
contatto con l’odore emanato dalla montagna, e per godere della luce verde RGB che la illumina dall’alto. Le reazioni di repulsione o
attrazione dipenderebbero dalla presenza nel nostro corpo di un parassita,
portatore della toxoplasmosi, infezione di cui è portatrice dal 30 al 70% della
popolazione mondiale. La presenza di questo parassita pare influisca
radicalmente sul comportamento dell’ospite secondario (tutti i mammiferi
compresi l’uomo, ad esclusione del gatto) che ne è portatore, in quanto esso si
sentirà più attratto dalla montagna impregnata di feromoni che altri. Pare
inoltre che, nella vita di tutti i giorni, i portatori di questo parassita abbiano la tendenza ad essere
coinvolti in più incidenti e più portati all’acquisto di abiti firmati. L’obiettivo
principale del parassita è quello di riprodursi liberamente nel gatto, e per
questo motivo, agendo a livello cerebrale, s’insinua nelle regioni dove si
attivano gli stimoli sessuali per far sì che il portatore sia attratto dai
feromoni felini. Questa traccia olfattiva è spesso utilizzata ad esempio nell’industria
dei profumi, infatti ne contengono traccia profumi come Chanel n.5 e Obsession for
Men di Calvin Klein.
L’opera della Rosenkranz, quindi,
non solo stimola i nostri sensi quali l’olfatto, e la vista, ma ci prende di
peso e ci scaraventa in una sensazione di disagio o di attrazione a seconda
della nostra natura più intima, proprio a voler sottolineare l’importanza della
nostra condizione biologica in un’era ormai assoggettata alla tecnologia e all’ artificio.
Isabella Mazzola