Theo Jansen e l'arte cinetica
#Funchitecture
L'ingegneristica creazione della vita
L'ingegneristica creazione della vita
Secondo la Bibbia Dio soffiando su della polvere diede vita
all'uomo. L'artista olandese Theo
Jansen sembra aver compreso come catturale quell'alito divino per
instillarlo nelle sue creature, all'apparenza mostruose, che danzano con il
vento e che in realtà sono veri e propri capolavori di scultura cinetica.
Per
arte
cinetica s'intende quel movimento nato negli anni '20 ed approfondito
dagli anni '50 ad oggi, che introduce una novità nelle opere il movimento: sia in senso reale, come nel caso dei "Mobiles"
di Alexander Calder, dei macchinari di Jean Tinguely e delle "Macchine inutili" di Bruno Munari, sia in senso virtuale, ovvero sfruttando lo spostamento del
punto di vista dell'osservatore.
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"Mobiles" di Alexander Calder, |
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Jean Tinguely |
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"Macchine inutili" di Bruno Munari |
Theo Jansen studia fisica, ma dopo un po' comprende che
la sua strada è l'arte, così cominciò a dedicarsi per sette anni al disegno ed alla
pittura.
La sua prima opera d'arte cinetica nacque nel 1980 ed è stata chiamata "Ufo": un disco volante nero con un ossatura in tubi pvc, che emetteva segnali
acustici e luci lampeggianti, lungo circa 4 metri che si librava in aria poichè
riempito d'elio. La scultura volando generò il panico nella città di Delft. Ma Jansen voleva solo realizzare il suo
sogno di bambino: vedere un ufo nel
cielo e permettere a tutti di provare la meraviglia e lo stupore di un tale
evento.
"The Painting Machine", opera creata tra il 1984 ed il 1986, è un dispositivo
di pittura automatica composto da un sensore ottico ed una pistola a spruzzo
che si attiva dopo aver rilevato la luce ed il buio. La macchina dipinge i
soggetti in bianco e nero ed annulla la prospettiva.
Negli anni '90 crea i primi Strandbeesten, Animali della spiaggia, opere che lo hanno reso famoso. La prima
famiglia di Strandbeesten sono gli "Animaris
vulgaris", Ani-mare comune, ovvero
sculture fisse destinate alle spiagge fatte
con tubi di pvc e nastro adesivo.
Da allora Jansen si dedicò alla progettazione del soffio
divino che fa muovere i suoi animali marini.
Lo scheletro è sempre composto da strutture tubolari in pvc, unite
da nastro adesivo, fascette ed elastici.
Per progettare le lunghezze ed i vari
rapporti metrici fra gli 11 elementi che
compongono la "gamba", in modo da creare delle articolazioni che si
muovano sospinte dal vento, sono stati utilizzati algoritmi evolutivi che
hanno permesso il confronto tra migliaia di possibili configurazioni. Ottenuti
gli "11
numeri sacri", come li definisce l'autore, gli animali sono
diventati sempre più evoluti, quasi come una nuova specie che nasce hanno
imparato prima a camminare, poi a camminare per un certo tempo, poi ad
evitare gli ostacoli , a difendersi dalle tempeste e dalle maree ed addirittura
a trasportare persone.
"Prima
di lasciare il pianeta mi piacerebbe lasciare al mondo una nuova specie, magari
dotata di un intelligenza artificiale" questo è il desiderio di Jansen. Ogni estate una nuova bestia
nasce e vive sulle spiagge e sulle dune olandesi; in autunno in base al suo stato
di salute viene riparata o considerata "morta" e portata al cimitero
delle ossa dove viene smembrata ma l'anno seguente i suoi pezzi verranno riciclati
per dare vita ad una nuova bestia, rispettandone il ciclo di vita.
Per i più curiosi alcuni link :
"L'Ufo" nei cieli e la "Painting Machine" in azione :
Theo Jansen ed i Simpson :
"Gli 11 numeri sacri" :
Cinzia Candela