Garden design: dai Mori siculi ad oggi

#Funchitecture
La leggenda narra che nell'anno del Signore 1100, nel quartiere Kalsa di Palermo, allora dominato dai mori, viveva una splendida fanciulla dal pollice verde che passava le giornate in terrazza a curare le sue amate piante. Un giovane moro passando, la vide e la corteggiò audacemente. Galeotto fu il vaso e ruffiano il rosmarino, i due si abbandonarono alla passione. Poco dopo il moro confessò alla bella giardiniera di essere ammogliato e con prole, ed ella innamorata e col cuore arso di rabbia, come la terra di Sicilia in agosto, lo uccise decapitandolo, per poi usare la sua testa come vaso per il basilico. Non sappiamo se siano state le sue lacrime che innaffiavano la pianta o il contenuto della testa del moro che fungeva da concime, fatto sta che il basilico crebbe forte e rigoglioso, tanto da suscitare l’invidia dei vicini di casa che si fecero modellare, dai mastri ceramisti, vasi a forma di testa. Questo macabro delitto è una delle prime forme di outdoor design.


Con l’arrivo della primavera e del bel tempo, ci apprestiamo ad allestire i balconi, i giardini e le terrazze e spesso l’elemento caratterizzante di questi luoghi è proprio il vaso da esterno. Il mercato offre una vastissima scelta, dai comunissimi vasi in cotto acquistabili in qualsiasi negozio a quelli dalle forme più estreme ed al fai-da-te. Ma ciò che sembra immutata nei secoli è la tendenza all'antropomorfismo dell’uomo quando si tratta di giardini e piante, e le teste di moro siciliane ne sono un esempio. Lasciamoci incuriosire dalle varie versioni 2.0 di questo classico della ceramica e dell'outdoor design.


 Piero Fornasetti , “Vaso Testa di moro” , 1960–1969 - L’eclettico e surrealista maestro del design italiano Piero Fornasetti ne disegnò una sua versione mantenendo il realismo ma semplificando le forme.
Ugo La Pietra , "L'Unità nella diversità", 2011- Come poteva mancare all'appello il visionario maestro Ugo La Pietra che, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, celebrò l’evento con la realizzazione di 21 vasi a forma di testa, aiutato dai maestri dell’arte ceramica di Caltagirone Giuseppe Branciforti, Alessandro Iudici, Nicolò Morales e Riccardo Varsallona. Ogni testa celebra una regione ed una rappresenta una giovane e bellissima donna, l'Italia.


Meyer-Lavigne, “Flower me happy” - Più allegre e spensierate sembrano le teste di questo duo di designers danesi, che hanno fatto della leggerezza, dell’ humor e dell’unicità i propri mantra progettuali.


Tania Da Cruz, Wig vase, 2011 - La designer portoghese ha presentato per la prima volta al Salone Satellite di Milano del 2011, questo innovativo vaso che utilizza la fisionomia del volto umano, non per ricordarci amori persi, ma per farci sentire un po’ giardiniere ed anche un po’ hair-stylist nel momento della potatura.


Michael McDowell, Bambolotto - Sulla stessa scia di garden-stylist, ma più punk, il vaso del giovane designer americano Michael McDowell, è acquistabile nel negozio virtuale Mudpuppy sulla piattaforma Etsy, che permette ad artisti e artigiani di vendere le proprie creazioni sul web.


Teresa Sapey, Adan  - A metà strada fra le teste di moro ed i moai, le statue che si trovano sull'Isola di Pasqua, sono i vasi appartenenti alla linea di arredi per esterni Adan, prodotti dall’azienda Vondom e progettati dalla designer madrilena Teresa Sapey.


Che l'uomo abbia il pollice verde oppure nero, da sempre cerca di dare ai vasi la forma del volto umano, anche oggi che siamo nell'era dell' Homo technologicus. Ciò che resta immutato per secoli appartiene alla natura stessa dell'uomo e questa non può essere una moda, ma un'ancestrale ed inconscia consapevolezza che siamo una parte del regno di madre natura. 
Per sillogismo, non sono forse un albero? Ho radici, ho un tronco, della linfa vitale che mi tiene in vita ed  una chioma che cambia con le stagioni e su di essa, uccelli, che simili a pensieri o idee, fanno il nido o sorvolano veloci.

Per i più curiosi alcuni link :








Cinzia Candela