Storia semi-seria della spiaggia

"Con le pinne / fucile ed occhiali /quando il mare /e' una tavola blu /sotto un cielo /di mille colori /ci tuffiamo /con la testa all'ingiù",cantava Edoardo Vianello già nel 1962. Ma in estate non ci occorrono solo pinne, fucile ed occhiali, ma anche sedie, sdraio, ombrelloni, lettini, gazebo e pedalò insomma quella gamma di cose  che formano il paesaggio del luogo estivo preferito dagli italiani: la spiaggia.



Il lido

C'era un volta in Inghilterra,una carrozza a forma di cabina con le ruote, la "bathing machine ",che trainata da cavalli accompagnava i bagnati fin dentro l'acqua, in modo che nessun occhio indiscreto potesse scorgere la figura semignuda nell'atto di tuffarsi dell'aspirante sirenetto\a pre-vittoriano. Mancavano 211 anni alla moda del bikini, era il 1735 e spogliarsi in pubblico era cosa assai disdicevole, persino per una buona causa come fare il bagno in mare. 


Il passaggio fra la bathing machine e lo stabilimento balneare come "struttura turistica posta nei pressi di una spiaggia, di difficile rimozione, che fornisce accoglienza e servizi per i bagnanti", è quello che gli inglesi chiamano  "Pier", ovvero pontili attrezzati che fornivano tutti i sevizi necessari ai bagnanti, fatti in legno, ghisa o ferro, furono tutti in breve tempo distrutti dalle intemperie marine e dalla salsedine. Nel 1823 a Trieste fu costruito il primo esempio di stabilimento galleggiante, il "Soglio Nettuno", questo tipo di  strutture si diffonderanno in tutto il mondo in breve tempo. Si trattava di una chiatta galleggiante ancorata alla terra tramite un pontile di legno. 

   

 

 


Poco dopo si diffusero le rotonde a mare, la prima e la più famosa in Italia è quella di Senigallia, che nel 1928 viene riconosciuta quale sede della prima "Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno".  Progettata dall'architetto Vincenzo Ghinelli, è una struttura su palafitte di fronte allo "Stabilimento Bagni".

 

E' nella seconda metà dell'800 è l'era in cui sorgeranno i lidi veri e propri come il Lido di Venezia, Ostenda, Scheveningen, San Sebastián, Blackpool.

 






 Il costume da bagno
Siamo passati da una veste di lana scura per scongiurare trasparenze a coloratissimi e sempre più sottili pezzi di lycra che coprono le pudenda. 

 

Quesito che attanaglia ogni estate gli italiani: sdraio o lettino ? 

La sdraio
Più pratica e più maneggevole, ti consente di godere del panorama, riposare, ma restare sempre all'erta, la posizione meno inclinata rispetto al lettino consente di essere meglio investiti dalla brezza marina. Da abbinare all'ombrellone, pena l'insolazione. Col tempo sono diventate sempre più semplici, sempre più essenziali nella forma e nei materiali, fino ad arrivare alla perfetta semplicità della sdraio "Curt" dei designers Fabian Bernard  e Thomas Burkard.  
Lettino
La posizione supina favorisce la pennichella marina, brezza e sciabordio delle onde, massimo piacere della vita, il tettuccio facendo ombra ci permette di non scottarci il viso o prendere brutte insolazioni. Pena: dormire troppo fa perdere vicini d'ombrellone interessanti. 


 

Molto probabilmente il  professor Gennaro Bellavista della celebre saga di film omonimi direbbe che la sdraio è per gli apollinei uomini di libertà ed il lettino è per i dionisiaci uomini d'amore. Sublime è l'unione di apollineo e dionisiaco, questa sdraio a vela mi sembra ci sia andata vicina.


Opzionali sono gli occhiali da sole che come diceva il maestro Franco Battiato donano "più carisma e sintomatico mistero", ma fondamentale è la crema solare protettiva!  
Non ci resta che andare a verificare di persona per riportare i progressi nel campo del design balneare!

Buone Vacanze

Cinzia Candela