Addio a Germano Celant, padre dell'Arte Povera
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Chi era Germano Celant, il noto critico e curatore d'arte, scomparso a Milano per Coronavirus, che coniò la celeberrima definizione di "Arte Povera"?
La consacrazione di quel movimento
però, e di Celant come critico e curatore, avvenne con la mostra “Arte
Povera più azioni povere”, nel 1968, la prima rassegna internazionale, agli Arsenali di Amalfi, organizzata da Marcello
Rumma, a cui parteciparono tra i tanti Giovanni
Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis
Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio
Paolini, Pino Pascali, Michelangelo
Pistoletto.
Negli anni 80 inizia a collaborare con il
Guggenheim Museum di New York, di cui diviene senior curator. Si fa promotore dell’arte italiana nel mondo allestendo mostre storiche come
quelle al Centre Pompidou di Parigi
nel 1981, a Londra nel 1989 e nella
stessa New York con la mostra "Italian Methamorphosis 1943-1968". Diviene nel 1997 direttore della 47° edizione della Biennale di Venezia; per poi divenire negli ultimi anni di vita direttore della Fondazione Prada di Milano e curatore della Fondazione
Vedova di Venezia.
L’arte povera fu un
movimento “militante”, così come la definì lo stesso Celant “istruzione per una
guerriglia” nel 1967, un movimento di artisti che rendesse l’arte libera da compromessi,
che fosse fatta con gli stessi materiali poveri con cui è fatta la vita, carta,
stracci, terra, acqua, pietra, ma anche metalli, oggetti di vita quotidiana. Per
Celant gli artisti poveristi cercavano di combattere un mondo di convenzioni e
abitudini che appartenevano al passato e dovevano essere sovvertiti. Un mondo
legato imprescindibilmente a quell’Impero americano fatto di un lusso per pochi,
una società dei consumi a cui l’Arte Povera volta le spalle, poiché si nutre di
altro, di materia primordiale, di energia, di qualcosa che non può essere
consumato in maniera vorace.
Chi era Germano Celant, il noto critico e curatore d'arte, scomparso a Milano per Coronavirus, che coniò la celeberrima definizione di "Arte Povera"?
Si è spento a 80
anni, Germano Celant, a causa delle conseguenze del Covid-19, virus che
aveva contratto recentemente, durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti.
Ci lascia una delle figure più emblematiche e note dell’arte contemporanea
dell’ultimo secolo, colui che nel 1967 , diede il via all’ esperienza artistica dell’Arte Povera in
Italia.
Nato a Genova nel
1940, da padre impiegato e madre casalinga, Germano Celant frequentò lo stesso
liceo di Fabrizio de Andrè, e da giovanissimo iniziò a prendere parte del
vivace ambiente culturale genovese. Famosi furono i suoi rapporti con i
cantautori Gino Paoli e Luigi Tenco.
Già
dalla metà degli anni ’60, iniziò a scrivere per alcune riviste di cultura, poi,
nel 1967, con la leggendaria mostra alla Galleria La Bertesca di Genova dal
titolo “Arte Povera- Im Spazio” riconobbe in un nutrito gruppo di artisti
italiani, tra cui Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino
Pascali ed Emilio Prini, il sempre più ricorrente rifiuto dell’utilizzo di
tecniche e materiali tradizionali, e l’attacco
a quella società dei consumi generatasi dopo il boom economico degli anni ’50,
che sfociarono nel movimento artistico dell’Arte Povera.
Senza titolo - Jannis Kounellis (1961)
Sacchi di iuta con carbone, metallo
|
"Object cache- toi" Mario Merz 1968 Struttura in tubolare di metallo, rete metallica, sacchetti di terra, scritta al neon |
"La Venere degli stracci" - Michelangelo Pistoletto (1967-1970) Cemento ricoperto di mica, stracci |
Germano Celant non voleva
essere definito l’inventore dell’Arte Povera, il suo era un carattere schivo,
diffidente; ma è stato più che un critico d’arte, è stato un teorico, e colui
che ha portato l’arte italiana nel mondo ad essere di più di quello che già si
conosceva, in un periodo in cui i dibattiti politici interni laceravano il
nostro paese; un uomo che ha lasciato un contributo fondamentale nella storia
della critica moderna e nella storia dell’arte contemporanea.
Germano Celant (1940-2020) |
Isabella Mazzola