Il design del nuovo millennio
#InsideDesign
Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle è stato fortemente marcato da cambiamenti epocali nel campo del design. L'estetica ha fatto il suo ingresso in molti aspetti della nostra vita, dalla grafica all'arredamento delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.
Nell'ultimo decennio in particolare però il mondo del Design si è lasciato travolgere da un allegria formale ed una spensierata esteticità diffusa che trovano il suo apice nel progetto per ALESSI di uno dei maestri del design moderno, oggi riconvertito ad un design più attento, Philippe Stark con lo spremi agrumi Jucy Salif.
Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle è stato fortemente marcato da cambiamenti epocali nel campo del design. L'estetica ha fatto il suo ingresso in molti aspetti della nostra vita, dalla grafica all'arredamento delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.
Nell'ultimo decennio in particolare però il mondo del Design si è lasciato travolgere da un allegria formale ed una spensierata esteticità diffusa che trovano il suo apice nel progetto per ALESSI di uno dei maestri del design moderno, oggi riconvertito ad un design più attento, Philippe Stark con lo spremi agrumi Jucy Salif.
Il design del nuovo
millennio si aperto invece sotto una spinta differente, più attenta alla
scoperta scientifica, all’applicazione tecnologica ed al ruolo etico
dell’operare rispetto al mondo, con un occhio molto attento alle questioni di
sostenibilità ambientale.
In questo senso il
designer contemporaneo, radicato nel suo territorio, può ricoprire un ruolo
importante dando un grosso contributo perché conosce l’uso delle risorse le
caratteristiche dei materiali ed i processi produttivi.
Icona del nuovo
millennio, che segna il nuovo rapporto dei designer con la società moderna ed
il ritrovato spirito di attenzione ai
problemi sociali, è FAVELA dei fratelli Campana, disegnata nel 2003 per EDRA. Favela nasce
a Sao Paulo, luogo di nascita del duo italo/brasiliano, la più vasta e popolosa
città dell’ emisfero australe, testimone di una forte contraddizione sociale
che contrappone grattacieli ultramoderni alle Favelas.
Nella megalopoli
paulista coesistono realtà diverse e spesso le zone più povere rappresentano un
inesauribile deposito di stimoli creativi nati soprattutto dalla necessità
quotidiane della popolazione.
Come
tutti i progetti del duo italo/brasiliano nasce da un profondo radicamento nel
territorio, dal rapporto con la loro terra d’origine sia nei suoi aspetti più
urbani che nei suoi aspetti più rurali.
Il progetto
della seduta nasce proprio in questo momento, dal loro recupero di materiali
poveri, banalizzati dall’utilizzo quotidiano e trasformati in oggetti di alto
valore non solo formale ma pratico ed economico. Il punto 0 del loro lavoro è
sempre il materiale, progettare all’impronta della sostenibilità è il loro
impertivo; il loro lavoro di riutilizzo del materiale riciclo incarna una gioia
ed un entusiasmo unici.
Favela
è un oggetto-progetto tra i più
significativi della loro produzione, una poltrona costituita da pezzi di legno
naturale, spesso
utilizzati per la costruzione della baraccopoli delle Favelas, unito con una
sapienza tecnica di altissimo spessore, inchiodati ed incollati a mano in modo
apparentemente del tutto casuale. Ed è un oggetto ironico che rende omaggio
alla loro terra, alla sua spontaneità ed ai suoi prodotti.
eduardo.cappelli