“Waintig for the Sibyl and the other stories”: William Kentridge alla Galleria Lia Rummo di Milano

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L’arte può salvarci da molte cose, uno dei modi in cui può farlo è farci immaginare che possa esistere un mondo migliore. Vi portiamo alla scoperta di uno dei più multiformi e visionari artisti del nostro tempo: William Kentridge.

Nel candido spazio non-spazio della Galleria Lia Rumma di Milano, oltrepassate le grandi vetrate opache, ci si può imbattere, con un po’ di attenzione, nei tratti fitti e neri del carboncino di William Kentridge. Ha inaugurato a Giugno - e purtroppo attualmente ferma a causa delle misure anti contagio contenute nell'ultimo D.P.C.M di Novembre -  la mostra Waiting for the Sibyl and the other stories, la personale dell’artista e regista sudafricano dedicata al suo ultimo progetto teatrale “Waiting for the Sibyl”. L’ opera, commissionata dal Teatro dell’Opera di Roma e andata in scena questa estate, è stata accompagnata dalle opere rotanti dello scultore statunitense Alexander Calder.

Artista e regista contemporaneo di grande fama, William Kentridge nasce a Johannesburg il 28 aprile del 1955, proprio quando l’Apartheid e le politiche di segregazione erano all’apice della loro espansione. Figlio di avvocati liberali, impegnati civilmente e socialmente nella lotta contro ogni tipo di discriminazione e soppressione, Kentridge scoprirà in tenera età, un mondo, come affermerà egli stesso, “fatto di variabili ed assurdità”, e che gli farà cambiare, se pur così giovane, la totale percezione del mondo in cui viveva. L’episodio della sconcertante scoperta, a soli sei anni, sulla scrivania del padre delle prove dell’orrore del massacro di Sharpeville - nel periodo di massima intensità delle proteste popolari - sarà per Kentridge traumatizzante e segnerà la vita dell’artista al punto tale da divenire tema fondamentale e fulcro centrale di tutta la sua produzione artistica. Per tutta la vita, infatti, attraverso le sue opere, egli cercherà di dare voce alle oppressioni, alle segregazioni, e alle discriminazioni del popolo africano.

La produzione artistica di Kentridge spazia da quella cinematografica e teatrale, fino alle sculture, alle tecniche di streert art e collage, dalle incisioni ai disegni con il carboncino. In particolare, l’artista si avvale spesso nelle sue videoinstallazioni, di tecniche di animazione che in qualche modo sembrano dar vita a tutti i suoi disegni, dal momento della loro creazione al momento in cui vengono trasformati in qualcosa di diverso, divenendo un altro racconto. Celebre anche la sua perfomance di Land Art sul Lungotevere di Ponte Sisto a Roma, nel 2016, dove, in occasione del Natale di Roma, concepì Triumph and Laments, un fregio lungo 500 metri che da Ponte Sisto attraversava il cuore di Roma. Il fregio non era un disegno, ma bensì una sottrazione. L’artista applicò la tecnica dello stencil sul muraglione del lungotevere in modo tale che tutto lo smog e l’inquinamento accumulatosi da anni sulla superficie fosse immortalato dall’artista nelle figure del suo fregio, eliminando per sottrazione tutto il resto con una idro pulitrice. L’intervento oggi non è più visibile poiché l‘inquinamento e il deposito superficiale, come previsto anche da Kentridge stesso, è tornato sulla superficie del muraglione confondendo i tratti dell’opera.

E così, Waiting for the Sibyl, è una mostra che accoglie molte opere differenti, dalla videoinstallazione sul colonialismo che denuncia l’enorme quantità di africani impiegati nella Prima Guerra Mondiale, alle sculture che cambiano forma a seconda di dove le si osserva.

WIKE-786
Lexicon, 2017
Set of 44 small bronzes;

WIKE 791
Paragraph II, 2018
Set of 23 bronze sculptures 



Tra le accecanti pareti bianche della galleria spiccano infine le grandi querce dipinte con profondi e decisi tratti neri, e le grandi foglie di quercia a ricordare quella Sibilla - oracolo antico - interrogata anche da Dante per conoscere il proprio futuro, che era solita trascrivere i propri responsi sulle foglie di quercia. Il vento dell’antro di Cuma, però, disperdeva le foglie ingarbugliando il destino di chi era venuto per avere certezze. L’attesa della Sibilla non è altro che l’attesa di un destino fuggente sul quale sappiamo di non avere potere.

WIKE 815
Drawing for Waiting for the Sibyl (Female figure dancing), 2019
Pastel on pages from Dante Alighieri Chiose alla Commedia

WIKE 791
Paragraph II, 2018
Set of 23 bronze sculptures

WIKE 838
Leaf/Ampersand, 2019
Steel

WIKE 793
Drawing for Waiting for the Sibyl (It reminds me of something), 2019
Indian Ink on found pages

Con la sua arte Kentridge è in grado di farci sentire sia l’urlo di dolore di un popolo oppresso, che il ghigno ironico del suo oppressore, il tutto attraverso un’arte dal sapore antico, e da un’estetica rude che arriva allo spettatore senza filtri, senza tratti ammorbiditi, senza colori pastello, ma ricca di verità e dignità.