Il Designer e l'Artigiano | Giulio Iacchetti - Interno Italiano
Sono passati pochi anni da quando si è iniziato a
familiarizzare con il termine “Autoproduzione”, un nuovo modo di
concepire il mondo del design industriale, fuori dagli schemi che il secolo
dell’industrializzazione ha posto come dogmi, che andava a ricercare metodi di
progettazione alternativi al modello tradizionale di produzione, scavalcando
anche il consolidato sistema finanziario delle banche con un metodo “Open Source” come il crowd-funding e la classica strategia di
mercato attraverso le e-commerce.
L’autoproduzione ha riproposto il rapporto Designer – Artigiano, un rapporto
perpetrato per secoli che l’industria ha
superato, sotto una nuova luce, un
ritorno ad una produzione riservata ed esclusiva, prodotti di nicchia, a tiratura
limitata, con una produzione sempre differente da bottega a bottega e, forse
fortunatamente, sempre perfettibile.
All’avanguardia in questo percorso, che tratteremo con
maggiore attenzione in altra sede, è il designer italiano Giulio Iacchetti, che ha disegnato una serie di complementi di
arredo, prodotti da un network di artigiani e piccole botteghe in tutta Italia,
partendo da una riflessione sull’anima dell’oggetto di design e sul suo impatto
nel mondo in termini di produzione e consumo. Nasce così InternoItaliano una
collezione di oggetti “Felici” perché
nati da una stretta collaborazione di un progettista che li ha disegnati e un
artigiano che li ha realizzati con passione.
Iacchetti, classe ’66, si occupa di Industrial Design dal 1992 lavorando per tutte le maggiori aziende
internazionali del settore, vincitore di molti premi tra cui il Compasso
d’Oro nel 2014 per il progetto, al fianco di Matteo Ragni, di chiusure e caditoie per i tombini per la città di
Milano per l’azienda Montini, si è
lanciato nel 2012 nell’esperienza di InternoItaliano progettando oggetti
ispirati al fare ed al modo di vivere degli italiani come MORI un servomuto in legno massello, di noce o faggio, una gruccia e pochi elementi orizzontali che
sapientemente incastrati disegnano un
oggetto iconico che funge da appoggio, con piani separati, per gli indumenti.
Di tutt’altra natura, ma nato dallo stesso spirito, NOTO, un mobile contenitore con un
forte richiamo alle forme geometriche, nato dalla sinergia con il mobilificio
comasco Vincenzo Galimberti, un parallelepipedo rettangolo con ante triangolari
e trapezoidali come i 4 lembi di una busta che si aprono a 180° le cui forme
ricercate sono esaltate da varie tinte di verde.
I prodotti di InternoItaliano
sono destinati ad entrare a far parte del nostro panorama domestico come
frammenti ovvero come oggetti che “si
vedono sempre e non si guardano mai” per citare il maestro della grafica
all’italiana Michele Provinciali.
eduardo cappelli
eduardo cappelli