Oki Sato, l'essenziale è visibile agli occhi
#Funchitecture
Il termine Otaku, in Occidente puo essere inteso come sinonimo di nerd, ma il vero significato giapponese descrive
una persona ossessionata, la cui vita è occupata da una sola cosa. Oki
Sato, fondatore dello studio "Nendo", attualmente ha 400
progetti in corso in tutto mondo. E' molto probabile che anche la vita di questo
giovane e talentuoso architetto è occupata da una sola meravigliosa cosa.
Classe 1977, nasce e vive a Toronto per i primi 10 anni, poichè il padre è dirigente
dell'azienda "Pioneer" , per poi trasferirsi in Giappone. Nel 2002 si
laurea in architettura presso la "Waseda
University" di Tokyo. Nello stesso anno fonda lo studio "Nendo", che
in giapponese significa argilla, come
quella con cui giocano i bambini.
In questo stesso anno partecipa al "Salone Satellite di Milano", dove
aggiunge al suo punto di vista giapponese ricco di pulizia, minimalismo, rigore, il punto
di vista del design italiano, che lui definisce "emozionale". Nel 2005 apre la sede milanese dello
studio "Nendo".
Nel 2006 viene eletto dalla rivista "Newsweek" come uno dei “The 100 Most Respected Japanese", vince numerosi premi e
riconoscimenti, fra cui "Designer of
the Year 2012 ". Nell'elenco delle sue opere troviamo i temi ed i
progetti più disparati, dalla grafica al prodotto, alla progettazione di
arredo, alle installazioni, alle vetrine ed agli interni. I progetti dello
studio Nendo sono esposti al "Museum of Modern Art" di New
York ed al "Musee des Arts
Decoratifs" e al Centre Pompidou di Parigi. Quest'anno durante la design
week di Milano, nello showroom di Jil
Sander, il designer ha presentato la sua mostra "Invisible outlines", 16
collezioni per sviscerare il tema della labilità dei confini degli oggetti. Lasciamoci
incuriosire da alcuni progetti:
La linea, il profilo erano i temi della mostra. Questi oggetti, che
sembrano disegnati nell'aria da un maestro di calligrafia, ribaltano
completamente i rapporti di percezione fra la seconda e la terza dimensione. L'utente
perde facilmente l'orientamento in questo gioco tra seconda e terza dimensione, ma ritrova
il senso di meraviglia.
"The
bird-apartments", Ando Foundation, 2012
C'è stato un tempo in un cui un "tweet" non era un "messaggio di testo della lunghezza
massima di 140 caratteri che può essere inviato, pubblicato e reso visibile su
una pagina del sito di relazioni sociali Twitter" ma era solo il cinguettio
degli uccellini. Questa casetta sull'albero si trova a Komoro, prefettura montuosa di Nagano, ed è composta da 78 spazi
per gli uccelli e da un ingresso per una persona, che entrando può guardare i
nidi degli uccelli dall'interno della casa.
"Shivering-bowls", la
triennale di Milano, 2012
Una serie di ciotole progettate per la mostra "KAMA: Sex & Design". Otto
progettisti per esplorare il tema dell'eros
nel design, dal passato ai giorni d'oggi.
Il gesto antico e sensuale del mastro vasaio che accarezza l'argilla per farne
un manufatto in versione 2.0. La creta è sostituita da un morbido e sottile
silicone capace di cambiare forma e di vibrare al soffio o al tocco. Non è
forse l'eros fatto di tocchi e sospiri?
"Suntan-pattern", Tanner's Council of Japan, 2015
Una linea di accessori in pelle composta da cinque tipi
di oggetti: cartelline, copertine per libri e quaderni, porta blocnotes, e
contenitori con coperchio in varie dimensioni. Non una comune pelle, ma una
pelle capace di abbronzarsi grazie ad un giusto mix di olio di concia e crema
solare SPF 50. All'acquisto l'oggetto è di pelle chiara ed uniforme, ma il
sole ed il tempo ne cambieranno il colore e faranno venir fuori il pattern
nascosto, proprio come il segno del costume dopo una giornata di vacanza.
Dicono che viva in una casa priva di mobili con solo un
letto, i libri sul pavimento, un bicchiere ed il suo cane Kinako,
strano incrocio fra carlino e chihuaua, che questo vuoto per lui è fertile e
gli consente di avere la mente sgombra e bianca come un foglio da schizzare.
Dicono che da bambino alla domanda: "Che
vuoi fare da grande?" rispondeva: "Doraemon!". Non sappiamo dove tenga la tasca quadri-dimensionale contenente i "chiusky",
ovvero i gadget geniali che rendevano la vita di Nobita speciale, ma credo che possiamo affermare con sicurezza che sia
riuscito a realizzare il suo sogno. In quanto a noi, abbiamo imparato a non aver paura del vuoto, che l'essenziale, a volte, è visibile agli occhi, che i sensi e la materia possono essere degli eccellenti punti di partenza e che sì, mente e cuore quando riescono a dialogare, creano il sublime.
Cinzia Candela
Per chi non ricordasse Doraemon