Rainbow Wedges: il design a colori di Adam Nathaniel Furman

#InsideDesign

Ufficialmente orfani della cinquantanovesima edizione del Salone del Mobile di Milano, foriero sempre di nuove tendenze e nuove sfide, non ci resta che aspettare i prossimi eventi per scoprire in che direzione si sta muovendo il mercato del design.

Da diversi anni però la strada è tracciata. Svincolati ormai dal minimalismo ad ogni costo fatto di colori neutri, che ha caratterizzato la scena a cavallo degli anni’10 di questo secolo, abbiamo assistito ad una progressiva esplosione di colori e materiali naturali che si sta sempre più concretizzando nel ritorno di un design vivace e leggermente barocco.

La saturazione massima, che aveva investito tutti i campi, ha provocato un appiattimento di gusto in cui anche l’oggetto di alta manifattura fatica ad emergere. Questa tendenza è stata gradualmente sostituita prima dalle tinte pastello, con colori tenui e raffinati, poi sempre più da accostamenti di colori forti e materiali vivi, in cui anche la tattilità è un mezzo per esprimere sensazioni nuove e più decise.

Il colore non è più solo una decorazione da apporre alla fine per completare la composizione, ma interviene già nella fase di ideazione. 

Le texture ed i pattern tornano ad essere parte del processo progettuale, lo indirizzano e diventano snodo di collegamento del linguaggio a diverse scale tra l’architettonico, l’interior ed il design.
In questo solco si inserisce il lavoro eclettico dell’artista e designer di adozione londinese, Adam Nathaniel Furman.
Creativo a tutto tondo, Furman tocca tutti i campi della progettazione. Studia all’Accademia delle Belle Arti e si appassiona alla storia dell’architettura. Inizia con installazioni artistiche, pittura e scultura, e si avvicina al mondo del design fino alla progettazione di interni seguendo sempre un filo conduttore preciso, quello del colore. 
Vero cittadino del mondo, vanta radici in quasi tutti i continenti (Argentina Israele e Giappone). Egli completa le sue esperienze viaggiando, studiando e lavorando per studi prestigiosi – come OMA e Ron Arad – dove si forma e costruisce una personalità unica e già fortemente riconoscibile che mette in ogni progetto.
Si è presentato al grande pubblico con alcune installazioni dal linguaggio spiritoso ma deciso, come la "Tower of the Winds" per il London Design Festival del 2019 e il "LUMALISK" per la Biennale Interieur in Belgio, oltre a diversi prodotti di design presentati all’ultima edizione del Salone del Mobile.
Il suo modo di concepire lo spazio e conformarlo utilizzando le linee morbide delle forme naturali ed il colore come fil rouge tra gli ambienti, in un modo mai banale, è rappresentato al massimo nel suo progetto per la casa per una coppia di parenti nel distretto di Nagatacho di Tokyo.
Uno stile giapponese che supera il contemporaneo per essere senza tempo. 
Una palette di colori vivaci e tinte pastello, della collezione ultra-tecnologica Lucent di HI-MACS, inserita in uno stile volutamente POP che si esalta nei contrasti con i materiali tradizionali sapientemente lavorati da artigiani locali.
In questo caleidoscopio selvaggio di colori ogni cosa è messa al proprio posto, studiata e disegnata con precisione estrema, ogni stanza è differenziata per cromia
Questo progetto è un tentativo riuscito di lanciare un’estetica differente, per colori, texture, materiali e forme. Furman stesso lo definisce “voluttuoso”, nel senso che ha "una certa generosità che ti include".

Per maggiori info su Adam Nathaniel Furman:
http://www.adamnathanielfurman.com/information.php?info_id=1

Eduardo Cappelli